Marco, un giovane scienziato di 27 anni, ingegnere, una bicicletta e l'LHC
(Large Hadron Collider).
È l'immagine più suggestiva che mi porto da questa agognata visita al
CERN di Ginevra.
Vi ricordate "Signore, io sono Irish, quello che verrà da te in bicicletta" dei
New Trolls?
Dieci anni nel tunnel e i suoi 27 km percorsi praticamente ogni giorno con
una bicicletta.
Grandioso.
Non è uno scherzo, ma quello che ha fatto Marco P. fino all'altro ieri.
Oggi, a quasi quarant'anni, ha altre competenze, altre responsabilità, ma
gli piace raccontare quelle pedalate a 100 m sotto terra, alla ricerca dei
problemi dell'acceleratore e delle sue possibili soluzioni.
LHC, macchina divina o infernale?
Macchina che non ha eguali al mondo, che ci ha consentito pochi anni fa di
dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, l'esistenza del bosone di Higgs,
la particella di Dio e ci consente oggi, elaborando i dati raccolti, di
conoscerne le proprietà e, forse, riscrivere la fisica nucleare.
C'è una metafora della Scienza, quella dell'edificio della conoscenza, che
mi piace moltissimo: un edificio che ormai conta più di
duemilacinquecento anni, con moltissimi piani; ad ogni scoperta
scientifica, ad ogni teorema matematico risolto, si aggiunge un nuovo
piano: la nostra conoscenza della Natura, dell'Universo cresce...e
l'Inquilino (non uno dei tanti, ma il Supremo) in affitto deve abbandonare
quel piano. Ad ogni scoperta consegue uno sfratto. Con quella del bosone
di Higgs lo abbiamo sfrattato in mansarda. Ho la sensazione che la
prossima rivoluzione scientifica lo sfratterà definitivamente dalla natura,
da questo Universo o verosimilmente là dove è sempre stato: dalla mente
umana.
Ovviamente i miei amici credenti sorrideranno a leggere queste righe... e
così fate anche voi: Signore, io sono Irish, quello che non ha la bicicletta e
non vuole averla.
Cito ancora una volta quel maledetto/benedetto pseudo filosofo del '600,
tale Gottfried Wilhelm von Leibniz, che in una conversazione con amici,
ebbe a scrivere dei giovani della sua epoca "non vedo in questa generazione
alcuna promessa, ma solo delusioni". Naturalmente si guardò bene dal citare
per esempio il matematico trentacinquenne de l'Hopital che proprio in
quegli anni pubblicò il prima manuale di calcolo differenziale o Ole
Roemer, che a trent'anni, nel 1675, compì la prima misura della velocità
della luce.
Memore di questo illustre predecessore, ai tempi nostri, anche un ministro
della Repubblica, da aria ai propri denti e in una intervista dichiara la
propria perplessità sulle reali capacità dei giovani e successivamente
rincara il pensiero affermando che "il rapporto di lavoro è prima di tutto un
rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che
mandando in giro dei curricula".
Dopo aver visionato al mattino la CERN control room e il CERN cryo lab
ci concediamo in una giornata infernale (34 gradi...) una pausa pranzo in
una mensa del CERN: uno spazio grande come le piazze di Sesto.
Io, l'amico ing. Tiziano, suo figlio Federico e un giovane scienziato finlandese. Ci
guardiamo attorno e siamo sbigottiti: siamo nel luogo dove si fa ricerca teorica, la
più complessa, dove quasi ogni giorno il mondo fa un passo avanti nella conoscenza;
attorno a noi gli artefici: giovani di tutti i continenti, asiatici, africani, sudamericani e
ovviamente europei. Qualcuno sembra non avere neppure vent'anni, gli altri credo
non superino i trenta. Poche ragazze, lo dico con rammarico: un numero ancora
esiguo di giovani promesse della fisica.
Pazzesco: sembra impossibile che a loro dobbiamo questo progresso.
Anche al pomeriggio quando entriamo al CERN Superconducting Magnet Factory, i
tecnici che costruiscono gli strumenti per l'acceleratore sono giovani di trenta,
trentacinque anni.
Ogni tanto appare anche l'esperienza materializzatasi in qualche cinquantenne, ma
vi assicuro che sono mosche bianche.
Il meglio dei cervelli di tutto il mondo? No, è una immagine non veritiera. Non
bisogna essere tutti novelli Einstein per accedere al CERN. Certo bisogna
probabilmente essere intuitivi, sicuramente avere studiato, frequentato discipline
universitarie scientifiche, avere tanto entusiasmo e passione per la ricerca, ma qui c'è
spazio per molti.
Come non avere fiducia nei giovani?
Banalità: li guardi e capisci che sono proprio loro il nostro futuro.
Quello dell'Umanità.
Anzi come i Ginevrini amano dire.."il futuro della fisica sperimentale è già il presente".
Se non ricordo male il progetto CERN prende vita nel '54 (anno glorioso...) ed è
operativo 5 anni dopo: ad oggi grazie anche agli studi completati qui si conoscono le
particelle e le loro proprietà che si sono generate un milionesimo di secondo dopo il
Big Bang.
Questi strumenti necessari per la ricerca in fisica delle alte energie (acceleratori di
particelle e rivelatori) hanno generato in 50 anni...udite...udite..circa 3/4 g di
materia.
Per arrivare a questo risultato è stata impiegata una quantità di energia enorme.
Ora pensate alla massa di tutte le stelle, dei pianeti, dei corpi celesti esistenti in tutto
l'Universo e considerate quale poteva essere l'energia liberata dal Big Bang:
inimmaginabile.
Più che il doppiar de li scacchi s'inmilla, recitava il sommo poeta.
In questo centro si accumulano record su record.
Una curiosità rivelata dal CRYO LAB è che per potere garantire le proprietà dei
materiali superconduttori è necessario mantenerli a 1.8 gradi Kelvin: questo significa
che LHC è il luogo più freddo dell'intero Universo!
Ma tutto questo quanto ci costa?
La risposta in una intervista al direttore stesso del CERN, il fisico italiano Fabiola
Gianotti: poco più del costo di un cappuccino in un anno!
Il CERN ha una estensione notevole e da lavoro a 10 000 scienziati e tecnici:
praticamente un clone di Sesto.
Il costo totale annuo è poco meno di un miliardo di euro che, diviso per i cittadini
dei 21 Stati membri, da un costo procapite di circa due/tre euro!
Ecco quando pensiamo all'Europa, al sogno di Spinelli e tanti altri, quando
nell'Europa vediamo solo un Ente astratto che tiranneggia finanziariamente i suoi
cittadini, quando crediamo alla favola di poterne trarre vantaggio
uscendone...pensiamo a quel cappuccino e a quelle migliaia di giovani ricercatori
che oggi sono il sale della Terra.
Portare i ragazzi dell'ultimo anno dei Licei e degli Istituti Tecnici in visita al tempio
della fisica è un obbligo morale per i professori.
Bisognerebbe portare i ragazzi delle nostre 3 media; certo non posseggono prerequisiti
per capire in profondità tutti gli aspetti scientifici e tecnici.
Ma al CERN da qualche anno hanno definito un percorso anche per i tredicenni.
Hanno capito che si deve investire sull'orientamento scientifico già a questa età.
Hanno capito che far loro "toccare con mano" la vita di un ricercatore poco più che
ventenne, l'incontro con giovani di tutto il mondo, è l'antidoto migliore contro la
diffidenza tra i popoli, contro lo spettro dell'odio, per una scelta obbligata: quella
della pace nel mondo e la collaborazione tra gli Stati.
Ginevra è stata la città nella quale vivere, scelta da Rousseau, Calvino, Liszt e tanti
altri filosofi e artisti.
Quando ce ne andiamo, saluto Marco P. con una domanda: ma qual è la differenza fra
la poesia e la scienza?
Altre 5 ore di pullman ci attendono...
"Allora Tiziano, che ne dici della visita?"
"Spettacolare, relazioni molto tecniche ma comprensibili (lo dice con vera cognizione di
causa: ha fatto circa 666 domande a fisici e ingegneri!!! Mitico), ma manca qualcosa"
" Che cosa?"
" Manca il senso"
"Ma il senso è il metodo"
"Non mi basta"
...
"Fermate il pullman!
E fate scendere l'ingegnere collateral!"
PS: ringrazio la CISL FIR per l'opportunità della visita che grazie ad una
consolidata collaborazione con il CERN fornisce ai partecipanti la possibilità di
accedere ad una visita più approfondita e ricca di contenuti.
Grazie a Marco Gemelli, safety, security and Site Managment Ispra, organizzatore
perfetto.
Grazie a Marco P, a Mirko P, a Rosario P., scienziati che per un giorno hanno
rivestito il ruolo di guida.
Ginevra
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