Tra i momenti che definiscono la giornata di lockdown vi è un istante
atteso ogni giorno.
È l’ora del tramonto segnata, nella mia casa, da un raggio di sole che
penetrando dalla finestra si proietta sulla parete rivestita dal pannello
di noce.
Solo in queste giornate autunnali è possibile questa poesia.
Il sole, molto basso sull’orizzonte, diventa una lanterna magica muta
che proietta una cornice, la quale, muovendosi lenta, pennella
questo angolo.
Dentro essa si adagia un’immagine, dapprima parziale, che, nel
breve corso di pochi minuti, si completa: è quella della locandina del
Tropenmuseum di Amsterdam dedicata alla mostra “Escher meets
Islamic Art”.
Solo in queste giornate di novembre, quando il raggio solare vira al
caldo giallo intenso, quando esso contamina il legno, è possibile la
magia.
Le emozioni risalgono dalla profondità, dapprima vaghe, poi sempre
più intense, vengono a pelle, confine tra il tuo corpo e il mondo, e la
bellezza da quelle suscitata si diffonde nella tua mente.
Scriveva il grafico olandese nel 1936: “Nelle mie stampe cerco di
mostrare che viviamo in un mondo meraviglioso e ordinato, non nel
caos informe. Non posso resistere a ingannare le nostre certezze
consolidate, miscelando il piano e lo spazio, prendendo in giro la
gravità”.
Ma il mondo non è solo quello geometrico suggerito da Escher: in
questo mondo esistono, purtroppo, anche gli uomini, quegli stessi
suoi contemporanei che di lì a pochi anni avrebbero gettato il caos
della tragedia nell’Europa.
Non condivido questo suo pensiero e mi sento più vicino a un
Woody Allen che, recentemente intervistato da Veltroni, dichiara: “Il
mondo reale non mi piace. Meglio la vita raccontata nei miei film”.
Però nessuno può impedirmi di cogliere quanto di meraviglioso c’è in
un istante particolare, consapevole che la bellezza e la sensibilità a
questa virtù è innanzitutto dentro noi.
Comments