In primavera ed estate le foglie, abbondando i cloroplasti, riflettono
l’energia luminosa corrispondente al verde e pertanto così appaiono
ai nostri occhi.
In autunno, diminuendo l’insolazione, la clorofilla si “disattiva” e
sono i caroteni a dirigere il laboratorio chimico, evidenziando i colori
tipici dell’autunno.
Ma sarebbe sbagliato pensare ad una loro sostituzione tout court
alla clorofilla.
In realtà i caroteni sono sempre presenti nella foglia, semplicemente
in primavera non sono visibili in quanto “coperti” dall’abbondanza
del pigmento verde.
In modo non dissimile alcuni uomini, non solo in tarda età, sembrano
caratterizzarsi per nuovi interessi, nuove sensibilità: in realtà queste
forme virtuose non rappresentano dei tardivi arricchimenti d’animo
ma sono il manifestarsi di qualcosa di preesistente, l’evoluzione di un
processo naturale.
È come se l’abitudine ci consegnasse non tanto una falsa immagine
di noi stessi, bensì una immagine incompleta, a volte distorta, ma
nello stesso tempo lasciasse aperto un varco, dì solito impercettibile,
dal quale al momento opportuno possa scaturire, improvvisa e
potente, una sensibilità fino allora non riconosciuta.
Ho dimenticato chi scrisse “là dove finisce la natura ha inizio l’arte”,
ma da ragazzo ero pienamente coinvolto dall’interesse per animali,
piante, fenomeni naturali (che dopo alcuni anni mi convinse ad
iscrivermi a Geologia): ignoravo, banalmente ignoravo, ogni
produzione dell’arte.
Anche lo studio e il contatto con la letteratura, la storia dell’arte
venivano percepiti come obblighi scolastici. Nulla più.
Fu solo più tardi, negli ultimi anni del Liceo, e se ricordo bene forse
dopo aver letto Martin Eden, che il mio sguardo nuovo su quegli
orizzonti umani iniziarono a far scaturire in me emozioni che non
conoscevo.
Tutto questo negli anni si è tradotto in uno strumento chiave per
vivere e accettare questa maggiore consapevolezza della dimensione
di transitorietà.
È sempre il viaggio a condurci da una stagione all’altra della vita.
Con la raccomandazione sempre presente di un proverbio di anonimo
veneziano: “Viagiar descanta, ma chi parte mona, torna mona”.
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