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Immagine del redattoreClaudio Carabelli

Ogni foglia ha la propria storia

In primavera ed estate le foglie, abbondando i cloroplasti, riflettono

l’energia luminosa corrispondente al verde e pertanto così appaiono

ai nostri occhi.

In autunno, diminuendo l’insolazione, la clorofilla si “disattiva” e

sono i caroteni a dirigere il laboratorio chimico, evidenziando i colori

tipici dell’autunno.

Ma sarebbe sbagliato pensare ad una loro sostituzione tout court

alla clorofilla.

In realtà i caroteni sono sempre presenti nella foglia, semplicemente

in primavera non sono visibili in quanto “coperti” dall’abbondanza

del pigmento verde.



In modo non dissimile alcuni uomini, non solo in tarda età, sembrano

caratterizzarsi per nuovi interessi, nuove sensibilità: in realtà queste

forme virtuose non rappresentano dei tardivi arricchimenti d’animo

ma sono il manifestarsi di qualcosa di preesistente, l’evoluzione di un

processo naturale.

È come se l’abitudine ci consegnasse non tanto una falsa immagine

di noi stessi, bensì una immagine incompleta, a volte distorta, ma

nello stesso tempo lasciasse aperto un varco, dì solito impercettibile,

dal quale al momento opportuno possa scaturire, improvvisa e

potente, una sensibilità fino allora non riconosciuta.

Ho dimenticato chi scrisse “là dove finisce la natura ha inizio l’arte”,

ma da ragazzo ero pienamente coinvolto dall’interesse per animali,

piante, fenomeni naturali (che dopo alcuni anni mi convinse ad

iscrivermi a Geologia): ignoravo, banalmente ignoravo, ogni

produzione dell’arte.

Anche lo studio e il contatto con la letteratura, la storia dell’arte

venivano percepiti come obblighi scolastici. Nulla più.

Fu solo più tardi, negli ultimi anni del Liceo, e se ricordo bene forse

dopo aver letto Martin Eden, che il mio sguardo nuovo su quegli

orizzonti umani iniziarono a far scaturire in me emozioni che non

conoscevo.

Tutto questo negli anni si è tradotto in uno strumento chiave per

vivere e accettare questa maggiore consapevolezza della dimensione

di transitorietà.

È sempre il viaggio a condurci da una stagione all’altra della vita.

Con la raccomandazione sempre presente di un proverbio di anonimo

veneziano: “Viagiar descanta, ma chi parte mona, torna mona”.



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