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  • Writer's pictureClaudio Carabelli

Retrospettiva Galàpagos 1985/2022



Constatato il degrado climatico e ambientale mondiale possiamo chiederci: per quanto tempo si riuscirà a garantire la biodiversità e i processi ecologici nelle isole Galàpagos?

Cosa è stato fatto per la loro conservazione? Quali sono le principali minacce? E cosa si può fare in futuro per raggiungere gli obiettivi di conservazione dell'Arcipelago?


Galàpagos è un nome speciale. Pronunciato o ascoltato evoca qualcosa di romantico, di esotico, di magico.

Per i pirati, bucanieri, balenieri e avventurosi dei secoli passati le isole furono Encantadas.

Lo furono per le sue aree desolate, i suoi paesaggi di mare e cielo, i suoi vulcani attivi, la flora e la fauna così peculiari, per la foschia umida o garùa che arriva dal mare portata dal vento da sud-est.

L'esistenza delle Galàpagos attirò l'attenzione di molti naturalisti, come Charles Darwin che fondò la Teoria dell'evoluzione delle specie principalmente sulla base delle sue osservazioni effettuate durante cinque settimane di presenza nell'Arcipelago, rivoluzionando il pensiero scientifico biologico del suo tempo, che tentando di spiegare la grande varietà delle specie viventi, non era in grado di andare oltre il millenario creazionismo.



Geologia dell'Arcipelago


L'Arcipelago, situato sull'Equatore a circa 1000 km dalla costa dell'Ecuador, è formato da 13 isole principali, 6 piccole isole, 42 isolotti e tanti scogli più o meno grandi, che insieme ricoprono una superficie emersa totale di circa 8 mila kmq.

Le isole sono il prodotto di hot spots (punti caldi), aree della crosta terrestre interessate da risalita di magma basaltico dalla parte profonda del mantello.

Sono situate sulla placca di Nazca ma molto vicine al margine divergente della placca di Cocos e a quella Pacifica. Quando il magma risale in superficie è sottoposto alla deriva delle placche: poiché il movimento ha direzione verso la costa sudamericana, le isole più occidentali sono anche le più antiche.

L'hot spot delle Galàpagos ha circa 20 milioni di anni, le isole più antiche si sono formate circa 5 milioni di anni fa, le ultime circa 1 milione di anni fa.





Da Milano Malpensa a Baltra

All'arrivo all'aeroporto di Baltra un bus ci porta al Canal de Itabaca che attraversiamo con una piccolo traghetto che ci trasferisce sull'isola di Santa Cruz.

E' il primo contatto con le isole Galàpagos. Si attraversa l'interno di tutta l'sola per raggiungere Puerto Ayora, dove dimoreremo per una decina di giorni e dove ha sede la Charles Darwin Foundation.



Botanica endemica: nessuna relazione con la flora messicana e dell'America centrale

Lungo il percorso che ci conduce a Puerto Ayora incontriamo una vegetazione da zona arida: le specie endemiche più comuni sono Jasminocereus thouarsii, un cactus con una unica specie e la gigantesca Opuntia echios.




Il 99% delle piante vascolari non endemiche delle isole provengono dall'America del Sud e solo l'1% dal Messico.

I semi sono stati trasportati dal vento, dagli uccelli e dalle correnti oceaniche.

Altre specie endemiche formano zone boschive arbustive di Scalesia pedunculata e Miconia robinsoniana: queste specie, soprattutto la seconda che si rigenera lentamente sono minacciate dalla presenza dei mammiferi introdotti dall'uomo.

Nella fascia litoranea, in particolar modo nell'area delle maree, localizzata nei pochi estuari, nelle baie e nelle insenature si possono osservare distese di mangrovie.


Puerto Ayora: ieri (1985) e oggi (2022), affollata dai natanti



Poche migliaia di turisti all'anno negli anni '80 del secolo scorso, 250 000 oggi!

Traghetti, yachts, panfili, barche a vela che trasportano i turisti sulle isole creano rumore e danno all'ecosistema marino.

E' ormai evidente a tutti che, al di là della politica dei "cieli aperti" voluti dal governo dell'Ecuador, si rende necessario il contingentamento dei flussi turistici.


L'Arcipelago è Parco nazionale dell'Ecuador dal 1959 (cento anni dalla pubblicazione dell'Origine) e nel 1964 fu fondata la stazione scientifica Charles Darwin, il cui obiettivo primario era proprio la conservazione delle Galápagos, intraprendendo programmi che includevano anche l'eliminazione dall'isola delle specie animali e vegetali introdotte dall'uomo.

La stazione è rinomata anche per l'allevamento in cattività delle tartarughe giganti.





Ieri (1985) e oggi (2022)





Oceanografia: il terrificante el Niño


L'Arcipelago si trova alla confluenza di tre correnti oceaniche: la corrente von Humbolt, corrente fredda (15°) che bordeggia e risale la costa del Cile e del Perù, ricchissima di plancton, la corrente Cromwell, profonda e fredda (-200 m e 13°), e la corrente calda di Panama, che scende dal tropico.

La Humboldt e Panama quando raggiungono l'Equatore e quindi le Galàpagos, virano verso occidente.

Per questo motivo il fronte sud dell'Arcipelago è lambito da acque più fredde che consentono la vita anche a colonie di pinguini, mentre il fronte nord ha acque più calde.

Il plancton rappresenta il primo gradino della piramide alimentare, ad esso si sovrappongono crostacei, pesci e uccelli.

Ma ogni 2-7 anni la temperatura della Panama cambia: a partire dal periodo natalizio scorre el Niño, un fenomeno oceanico molto complesso.

Questa apparizione occasionale di acqua calda, causata probabilmente, ma non solo, dalla comparsa degli alisei, a volte porta ad un innalzamento eccessivo della temperatura: anche 4/5 gradi in più.

Quando el Niño arriva a 20°/21° è causa di una catastrofe naturale: l'acqua fredda va in profondità, trascinando plancton e pesci e di conseguenza gli uccelli costieri muoiono in grande quantità, non avendo riserve sufficienti di cibo.


Ieri (1985) e oggi (2022)


Con una imbarcazione raggiungiamo a nord di Santa Cruz una piccola isola: san Bartolomé: è un'isola suggestiva. Un panorama da cartolina ci si offre dopo la breve salita al cratere del vulcano.


Nei giorni che seguono ci spostiamo tra altre isole, Santa Fé, Dafne, Pinzon, a fare la conoscenza di una colonia di pinguini, vari uccelli e i leoni di mare (Lobos de mar).




Rettili: quando l'evoluzione si dà da fare


Mentre le iguane terrestri sono diffuse un pò ovunque, quelle marine, Amblyrhynchus cristatus, sono endemiche delle Galàpagos.

Derivano dalle terrestri e rappresentano una forma di adattamento alimentare marino: si nutrono di alghe, nuotando lentamente e rimanendo in acqua per non molto tempo, in quanto il calore corporeo, fino a 40°, assorbito durante l'esposizione al sole, si disperde in acqua rapidamente.

Sono più scure e di dimensioni più piccole rispetto a quelle terrestri.

Trascorrono la maggior parte del tempo a terra, sulla lava rocciosa.



Ieri (1985) e oggi (2022)


Le tartarughe giganti delle Galàpagos, Geochelone elephantopus, sono rappresentate da 11 razze: la loro variabilità, in particolare per quanto riguarda la sella, dipende dalle condizioni ambientali delle isole in cui vivono e si riproducono.

Preda nel tempo degli uomini e dei mammiferi da questi introdotti, le tartarughe giganti si sono ridotte di numero.

Ma si è anche capito che intervenendo proteggendole dai predatori naturali e incubando le uova, quindi con minimo sforzo, è possibile aumentare il tasso di fertilità delle colonie.



L'avifauna delle Galàpagos


Si conoscono 57 specie diverse di uccelli, delle quali ben 28 sono endemiche.

Un numero elevato di specie arboree rappresenta il fattore principale che influisce sul numero delle specie degli uccelli terrestri.

Sono presenti: Spheniscus mendiculus (Pinguino delle G.), Diomedea irrorata (Albatro de G.), Sula nebouxii (Piquero patas azules), Nannopterum harrisi (Cormorano de G.), Fregata magnificens (Fregata reale) e Fregata minor, Camarynchus heliobates (Fringuello delle G.).

Se il numero degli uccelli è regolato dalla disponibilità degli alimenti, come suggerito dall'evidenza, le specie che vivono nella stessa isola e area fanno ricorso a fattori diversi per ridurre la competizione intraspecifica per l'alimentazione: si alimentano in luoghi diversi, ad ore diverse, in modi differenti.

I famosi fringuelli studiati da Darwin, appartengono al gruppo delle Geospizinae delle Galàpagos, rappresentato da ben 14 specie: una vera e propria radiazione adattativa su isole diverse.


Fregata, Sula dai piedi azzurri, Pinzòn (Fringuello) de Manglar


A difesa di una biodiversità unica


Il capitolo XVII del Viaggio di un naturalista intorno al mondo, dedicato alla visita dell'Arcipelago, viene così concluso da Charles Darwin:


"... da questi fatti possiamo dedurre quale strage l'introduzione di un qualche nuovo animale di rapina deve cagionare in una regione, prima che gli istinti dei suoi abitanti indigeni si siano adattati alla forza ed al potere dello straniero".


Progetti di ricerca attivi nelle Galàpagos


Sono ben 16 i progetti attuali che hanno come obiettivo la salvaguardia della biodiversità delle Islas.

Ne riporto i principali:


L'obiettivo principale di questo progetto è conoscere i modelli di movimento delle tartarughe delle Galàpagos e i fattori sociali, ecologici e di salute che influenzano la loro conservazione.

L'obiettivo principale è avere mappe della distribuzione e dell'abbondanza di specie vegetali invasive per sostenere gli sforzi di conservazione nelle Galàpagos.

L'obiettivo principale del programma è ridurre al minimo gli impatti negativi delle specie invasive sulla biodiversità marina, sui servizi ecosistemici e sulla salute della Riserva Marina delle Galàpagos.

Il pinguino delle Galàpagos, il cormorano no volador e l'albatro delle Galàpagos sono specie di uccelli endemici.

L'obiettivo principale di questo progetto è generare informazioni per conoscere lo stato della popolazione (sopravvivenza) e determinare i cambiamenti spazio-temporali, identificare le minacce (specie e agenti patogeni introdotti) e conoscere l'impatto del clima e della variabilità oceanografica sulle colonie riproduttive, che servirà a migliorare il piano di gestione delle specie a lungo termine.

Questa specie, una delle quattordici specie di fringuelli di Darwin, ha una popolazione di soli un centinaio di esemplari, distribuita in pochi ettari sull'isola Isabela. E' a forte rischio estinzione.

L'obiettivo principale è migliorare lo stato di popolazione del fringuello delle mangrovie nel suo habitat naturale attraverso una gestione intensiva della conservazione in situ.

Venti specie di uccelli, comprese dodici di fringuelli sono vittime di questa mosca importata nell'isola.

Essa individua i nidi e vi deposita le proprie uova. Quando le larve nascono, si nutrono del sangue della prole degli uccelli e ne provocano la morte.

L' obiettivo principale è sviluppare strumenti efficaci per la gestione dei Philornis downsi e per garantire la conservazione a lungo termine degli uccelli terrestri delle Galàpagos.




"Tra i danni da surriscaldamento globale, pesca illegale e arrivo di specie intrusive legate all'uomo (come capre, cani, gatti e topi portati dalla terraferma) dover affrontare orde di turisti per il delicato equilibrio dei 138 mila chilometri quadrati di riserva marina sarebbe davvero troppo".

Giacomo Taglinani, La Repubblica


Bibliografia


Compendio de ciencia en Galàpagos 1982 Publicacion de la Estacion cientifica "Charles Darwin"


Origine delle specie per elezione naturale Charles Darwin (trad. prof. Giovanni Canestrini) 1875 Unione Tipografico Editrice Torinese


Viaggio di un naturalista intorno al mondo Charles Darwin (trad. prof. Michele Lessona) 1873 Unione Tipografico Editrice Torinese




















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